7KM da GERUSALEMME



7KM da GERUSALEMME

Lunedì 19 marzo ore 15,30 e ore 21
Nella visione delle ore 21 presenterà il FILM l'autore del romanzo
PINO FARINOTTI



Genere: Drammatico
Regista: Claudio Malaponti
Attori: Luca Ward (Alessandro Forte), Alessandro Etrusco (Gesù), Rosalinda Celentano (Sara), Alessandro Haber (Angelo Profeti), Eleonora Brigliadori (Marta Piano), Emanuela Rossi (Ginevra Santi), Isa Barzizza (Elvira Marenghi), Pino Farinotti (Cesare Piano), Alessandra Barzaghi (Martina Marenghi), Paolo Limiti.
Soggetto:
Alessandro Forte è un pubblicitario in crisi privata e professionale. Un biglietto aereo che giunge nelle sue mani in modo del tutto inatteso, lo spinge a recarsi a Gerusalemme. Qui, su una via al di fuori della città, farà l'incontro con un uomo che afferma di essere Gesù. Alessandro non gli crede ma non per questo rinuncia al dialogo Cominciando a parlare con lui, tra stupore e scetticismo, Forte pensa di doversi ricredere e comincia a riandare con la memoria ad alcuni avvenimenti della propria vita professionale e privata: un'amica, Sara, che sta per morire; una presentatrice televisiva, Ginevra, che vuole provocare il pubblico; una coppia formata da Marta, costretta sulla sedia a rotelle, e dal marito Cesare; la sua stessa situazione di separato dalla moglie e dalla figlia piccola. Quando colui che dice di essere Gesù scompare, tutte queste situazioni trovano una loro, impensata ricomposizione finale. E ora Alessandro sa che da lassù gli sono arrivati dei segnali.
Valutazione Pastorale:
Diciamo subito che, come spesso accade per film tratti da libri, il libro in questione, di Pino Farinotti, è di gran lunga meglio del film: è un libro avvincente e coinvolgente, da leggere assolutamente.
Il film ne riprende alcuni episodi, ne mantiene alcuni dialoghi (ma altro è il linguaggio scritto, altro quello parlato!), finendo per essere a volte semplicistico altre retorico.
Ciononostante, è comunque un film che vale la pena vedere e che dice cose discutibili ed interessanti
Raoul Follereau (grande figura del laicismo impegnato sul fronte della cura delle malattie endemiche) intitolò un suo libro "Se un giorno Gesù bussasse alla vostra porta lo riconoscereste?". Il Cristo di Malaponti (dal romanzo omonimo di Pino Farinotti, tradotto in diversi Paesi) fa di tutto per farsi 'riconoscere'. Si veste addirittura (e lo fa consapevolmente) così come l'iconografia entrata nell'immaginario popolare lo ha raffigurato da secoli. Ma l'uomo resiste come sa e può
Alessandro è un pubblicitario di successo, sa 'vendere' (e si chiede, come il Giuda di Jesus Christ Superstar, perché il Messia non sia venuto oggi sulla Terra sfruttando i media per lanciare il suo messaggio) ma non ha smesso, a suo modo, di interrogarsi ponendosi le domande di un uomo del suo tempo. Lo fa però nascondendosi dietro l'incredulità di chi ne ha viste troppe per lasciarsi ingannare dal primo venuto. Il Gesù che incontra su una via nel deserto (solo facendo il vuoto intorno si può provare ad 'ascoltare') non è un predicatore intenzionato a fare proseliti (giunto sulle rive, ormai inquinate dai rifiuti, del Giordano battezzerà nuovamente se stesso e non chi è con lui). È invece un compagno di strada pronto a liberare, grazie a una sorridente ironia, la sua figura e missione dalle scorie culturali accumulatesi nei secoli.
Ha però bisogno dell'uomo, di un uomo che ha vissuto il dolore di una separazione, che conosce la perdita degli affetti più cari, che vive in un mondo in cui dominano la falsa solidarietà e i grandi ideali proclamati a parole da conduttrici televisive la cui autostima è pari solo alla loro ignoranza. Un uomo però che è anche attore o testimone di piccoli gesti di solidarietà e di rinunce compiute per umana coerenza.
Luca Ward (nonostante la parte finale del film in cui la sceneggiatura vuole 'chiudere' troppe situazioni che sarebbe stato meglio affidare alla libera lettura dello spettatore) sa dare al personaggio di Alessandro la giusta dose di scetticismo misto a umanità così come Alessandro Etrusco riesce ad evitare qualsiasi cenno di ieraticità posticcia al suo Gesù.
Dice il regista Malaponti: "Il film intende essere un ragionamento sulla condizione dell'uomo occidentale (...) partendo da un presupposto laico, attraversa la religione cattolico-cristiana in un tentativo di attenzione, una speranza verso un destino che va considerato e ricomposto". Le intenzioni, per quanto già viste e sentite in molte circostanze, sono dunque valide e incoraggianti. Ed é vero che la parte, per così dire, descrittiva (ossia i casi raccontati) ha indubbi agganci con la realtà. Quello che manca, alla fine, é la capacità di sostenere il copione sotto il profilo drammaturgico-esistenziale. L’ambientazione non è in Terra Santa, come si racconta, ma in Siria: per chi ha visto i luoghi santi è una delusione (il Giordano non è l’immondezzaio l’Eufrate; Gerusalemme non è Palmira….), per chi non c’è stato forse può bastare così….
Alcuni riferimenti alla realtà sono un po’ superficiali (la sindone del ladrone…. Le citazioni su padre Pio….).

Il LIBRO di Pino Farinotti
Farinotti è riuscito a dare vita a un Cristo ricco di umanità, una persona semplice che non parla con saccenza e pedanteria, un Gesù che ammette addirittura di non essere stato un «bravo falegname», ma un tipo piuttosto distratto, ben lungi dal mostrarsi un Dio irraggiungibile e lontano. Questa vicinanza all’umano e la schiettezza e la simpatia che dimostra ne fanno un personaggio giovane, che in modo
scanzonato e anticonformista può far arrivare a tutti, adulti e giovani, uno dei messaggi-chiave della religione cattolica: la speranza.

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