TERRAFERMA




Lunedì 13 Febbraio ore 15.30 e ore 21.00
Soggetto:Sull'isola, Ernesto, 70 anni, non vuole rottamare il peschereccio. Il figlio Nino invece ha smesso di pescare e si dedica ai turisti. Filippo, 20 anni, ha perso il padre in mare ed è sospeso tra il nonno e lo zio. Sua madre, Giulietta, giovane vedova, capisce che il futuro è lontano da quell'isola. Un giorno dal mare arriva un gruppo di migranti. Tra essi, Giulietta accoglie Sara, un figlio piccolo, un altro che nasce poco dopo. Non possono restare nascosti, Giulietta e Ernesto cercano di farli scappare ma la sorveglianza è rigida. Giulietta sembra rassegnata a rinunciare. Filippo invece non lo è: rompe i sigilli del peschereccio sequestrato e in piena notte si lancia in mare aperto. Verso la terraferma.

Valutazione Pastorale:Dopo "Respiro" (2002) e "Nuovomondo" (2006), Crialese torna a Lampedusa dove, dice: "Ho trovato un luogo molto diverso da come lo ricordavo durante le riprese di 'Respiro'...il mio scoglio sperduto in mezzo al mare è adesso terra di frontiera". Da qui le due facce della storia. Da un lato il carattere chiuso e orgoglioso di Ernesto, che non rinuncia alle tradizioni; dall'altro il tema, difficile e scomodo, dell'immigrazione. Dopo aver girato intorno all'argomento in una sorta di diario di ciò che la cronaca recente ci ha raccontato, il regista trova una sintesi nel giovane Filippo, nella sua follia che rompe indugi e schemi e fugge verso nuovi 'mondi'. E' diritto naturale dell'uomo di andare, cercare, conoscersi, cambiare luogo. Ma poi ci sono le leggi che sempre l'uomo fa per organizzarsi in società, per darsi delle regole condivise. Tra qualche lieve forzatura e sbalzi di tensione, Crialese opta per un finale onirico e arrabbiato, metaforico e generazionale. L'ispirazione è sincera, lo svolgimento non sempre riuscito. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.

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