THE TREE OF LIFE

LUNEDI 10 OTTOBRE ORE 15.30 E ORE 21



Soggetto: Midwest anni Cinquanta. Il padre, cristiano rigoroso, musicista frustrato, esige dai tre figli maschi un rispetto assoluto. La madre guarda, soffre ma è disposta alla gioia e al perdono. Il fratello più piccolo muore suicida in circostanze misteriose. Jack, il più grande, vive oggi a New York, e non si è ncora liberato di quel doloroso ricordo.


Valutazione Pastorale: Nato nel 1943, Malick ha girato appena quattro film a partire dall'esordio nel 1973 con "La rabbia giovane". Questo n° cinque è ancora una volta destinato a spiazzare e disorientare. Attraverso lunghi, sofferti flasback, il racconto dipana l'evolversi dei rapporti tra genitori e figli, il padre duro e rigoroso, la madre tenera e remissiva. Dopo la frase iniziale tratta da Giobbe, ecco il copione dirigersi sui sentieri impervi e scoscesi del rapporto tra Bene e Male. Malick si affida alla descrizione di una vera e propria Cosmogonia: una lunga parentesi dedicata al Mondo in ebollizione tra eruzioni, lave e sommovimenti tellurici. Siamo al centro del Caos, da cui nascerà la Terra, ossia, dopo gli animali preistorici con la loro bruta ferinità, l'uomo e la donna. Quindi la bellezza del Creato e la caduta nel peccato. Dalla Macrostoria dei pianeti e dei mondi lontani nel cielo si discende alla microstoria, rappresentata dalla cittadina del Midwest. L'uomo solo nell'universo? Malick immagina un aldilà desolato e poetico, luogo del possibile incontro tra Fede e Speranza. Film difficile da raccontare, fatto di pagine visionarie che lo avvicinano ad un poema epico-filosofico, denso di spiritualità se non di afflato religioso. Film per niente accomodante, al quale bisogna lasciarsi andare e che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.

Nessun commento:

Posta un commento