Angel e Tony


Lunedì 7 maggio
ore 15,30 e ore 21

ANGEL e TONY
Genere:Drammatico
Regia: Alix Delaporte
Interpreti: Clotilde Hesme (Angèle), Grégory Gadebois (Tony), Evelyne Didi (Myriam), Jérome Huguet (Ryan), Antoine Couleau (Yohan), Patrick Descamps (il nonno), Lola Duenas (Anabel).


In un paesino della Normandia, la giovane Angèl, condannata perchè ritenuta responsabile di un incidente costato la vita al marito, esce in libertà provvisoria ma non può prendersi cura del figlio che viene affidato dai giudici ai nonni paterni. Angèle cerca di riprendere i vecchi legami perduti. Per avere l'affidamento del figlio, nel frattempo lasciato in custodia ai nonni, cerca un contratto di lavoro e un uomo da sposare. Mette un annuncio sul giornale al quale risponde Tony, un marinaio del porto, ma durante il primo incontro i due non riescono a entrare in sintonia. Angèle non si rassegna e continua a insidiarlo: si sistema in una stanza a casa sua e comincia a lavorare anche lei al porto. Piano piano le due anime solitarie troveranno il modo per comprendersi e, forse, amarsi.

E' la cronaca, quanto mai aspra e sofferta, di un rapporto che nasce dal niente, cresce nell'incertezza e matura nella fiducia reciproca. Il copione scandisce con puntalità e misura i sottili e impercettibili cambiamenti che aprono spazi di sentimenti nei due protagonisti. La vitalità e la rabbia di Angèl devono misurarsi con il carattere ruvido di Tony, i suoi silenzi, il suo vivere concreto attaccato al lavoro sul mare. Dubbi, diffidenze, paure non prendono il sopravvento sulla volontà di verificare la possibilità di costruire qualcosa di buono. A dare convinzione e realismo a questo difficile scontro caratteriale interviene la messa in scena, esemplare per il taglio espressivo che unisce realismo e fiaba. La regista dimostra all'esordio un occhio acuto e sensibile nel rendere l'ambientazione parte importante nelle intermittenze del cuore e nell' ansioso diagramma degli affetti. I due personaggi principali hanno volti e corpi che riflettono ferite, strappi e voglia di ricominciare. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Il film di Alix Delaporte ci induce ad ascoltare. La regia strutturata sui movimenti dell'anima impone un patto con lo spettatore: il rivelarsi calmo dei sentimenti richiede a chi sta ad osservare uno sforzo di concentrazione. È il presupposto per assaporare tutti gli sbalzi d'umore dei due protagonisti, raccontati con grazia da un'autrice indagatrice e puntigliosa ma saggiamente discreta.

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