Il Discorso del RE

Lunedi 26 Settembre 2011 ore 15.30 e ore 21



Soggetto: Inghilterra, anni Trenta del secolo scorso. Quando Re Giorgio V muore nel proprio letto, lasciando due figli maschi, la naturale successione fa salire al trono il maggiore, che prende il nome di Edoardo VII. Dopo appena sei mesi tuttavia il nuovo Re, fermamente deciso a non interrompere la relazione con l'americana divorziata Wally Simpson, abdica in favore del fratello. Albert, il nuovo sovrano, ora Giorgio VI, soffre da sempre di una forma debilitante di balbuzie, che gli impedisce di parlare in pubblico. La moglie Elisabetta lo convince a farsi curare da Lionel Logue, un logopedista piuttosto eccentrico, che usa metodi poco ortodossi. Le visite vanno avanti all'insegna della tensione e del nervosismo. Nel frattempo l'Inghilterra entra in guerra con la Germania, e arriva per il Re la necessità di tenere un discorso via radio alla Nazione. Con Lion el a fianco, Giorgio riesce a comunicare ai cittadini la fiducia necessaria per affrontare la dura prova del conflitto bellico.

Valutazione Pastorale: Si tratta di un prodotto dagli impeccabili connotati anglosassoni, che rimanda ad esempi quali "Momenti di gloria" o "Camera con vista". Siamo nell'ambito di quella misura descrittiva che sa di perfezionismo ma non diventa maniera fine a se stessa. Ricostruzione d'epoca esemplare, caratteri e comportamenti adaeguati alla situazione storica. Al centro il rapporto tra il Re e Lionel, ossia tra Sua Maestà e un borghese qualunque. Alberto/Re Giorgio deve superare impacci non da poco pr riuscire ad accettare la 'parità' di livello con il suo tutore, soprattutto pensando al popolo che si aspetta da lui parole elevate. Di tutto questa vicenda autentica, il copione fa materia per un dramma intenso e sfaccettato, non esente anche da punte di umorismo e convergente sul traguardo della reciproca stima, che diventa amicizia e rispetto. La notevole prova attoriale di Firth e Rush va evidenziata come contributo importante alla riuscita di un film, che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile e nell'insieme realistico.

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